Natale
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Guido Gozzano
La pecorina di gesso,
sulla collina in cartone,
chiede umilmente permesso
ai Magi in adorazione.
Splende come acquamarina
il lago, freddo e un po' tetro,
chiuso fra la borraccina,
verde illusione di vetro.
Lungi nel tempo, e vicino
nel sogno (pianto e mistero)
c'è accanto a Gesù Bambino,
un bue giallo, un ciuco nero.
Dentro il presepe
__________________
Sari
Dammi sol per oggi
un cuore di gesso
ch'io dentro il presepe
possa respirare
l'aria benedetta
e accedere al miracolo
di luce e di pace
che lì vi regna.
Natale
_____________
Giovanni Papini
Anche se Cristo nascesse mille e
diecimila volte a Betlemme,
a nulla ti gioverà
se non nasce almeno una volta nel tuo cuore.
Ma come potrà accadere
questa nascita interiore.
Eppure questo miracolo nuovo
non è impossibile
purché sia desiderato e aspettato.
Il giorno nel quale non sentirai
una punta di amarezza
e di gelosia dinanzi alla gioia
del nemico o dell'amico,
rallegrati perché è segno
che quella nascita è prossima.
Il giorno nel quale non sentirai
una segreta onda di piacere
dinanzi alla sventura e alla caduta altrui,
consolati perché la nascita è vicina.
Il giorno nel quale sentirai il bisogno
di portare un pò di letizia a chi è triste
e l'impulso di alleggerire il dolore o la miseria
anche di una sola creatura,
sii lieto perché l'arrivo di Dio è imminente.
E se un giorno sarai percosso
e perseguitato dalla sventura
e perderai salute e forza,
figli e amici
e dovrai sopportare l'ottusità,
la malignità e la gelidità
dei vicini e dei lontani,
ma nonostante tutto non ti abbandonerai
nè lamenti né a bestemmie
e accetterai con animo sereno il tuo destino,
esulta e trionfa perché il portento
che pareva impossibile è avvenuto
e il Salvatore è già nato nel tuo cuore.
Non sei più solo, non sarai più solo.
Il buio della notte fiammeggerà
come se mille stelle chiomate
giungessero da ogni punto del cielo
a festeggiare l'incontro
della tua breve giornata umana
con la divina eternità.
La nascita di Gesù
_________________________
Rainer Maria Rilke
Se in te semplicità non fosse, come
T'accadrebbe il miracolo
di questa notte lucente? Quel Dio,
vedi, che sopra i popoli tuonava
si fa mansueto e viene al mondo in te.
Più grande forse lo avevi pensato?
Se mediti grandezza: ogni misura umana
dritto attraversa ed annienta
l’inflessibile fato di lui. Simili
vie neppure le stelle
hanno.
Son grandi, vedi, questi re;
e tesori, i più grandi agli occhi loro,
al tuo grembo dinanzi essi trascinano.
Tu meravigli forse a tanto dono:
ma fra le pieghe del tuo panno guarda,
come ogni cosa Egli sorpassi già.
Tutta l'ambra imbarcata dalle terre più remote,
i gioielli aurei, gli aromi
che penetrano i sensi conturbanti:
tutto questo non era che fuggevole
brevità: d’essi, poi, ci si ravvede;
ma è gioia - vedrai - ciò che Egli dà.
Er presepio
____________
Trilussa
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa ? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto,senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso ,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Lettera di Natale
_________________________
Maria Luisa Spaziani
Natale non è altro che questo immenso
silenzio che dilaga per le strade,
dove platani ciechi
ridono con la neve
altro non è che fondere a distanza
le nostre solitudini,
stendere nella notte un ponte d’oro.
Sono qui col tuo dono che il mio illumina
di dieci stelle-lune,
guidandomi per mano
dove vibra un riverbero
di fuochi e di lanterne (verde e viola),
di girandole e insegne di caffè.
Un pino a destra
per appendervi quattro nostalgie
e la mia fede in te, bianca cometa
in cima.
Silenzio
_______________
Emily Dickinson
Silenziosamente una stella gialla raggiunse
il suo seggio elevato,
la luna sciolse l'argenteo cappello
che copriva il suo volto lustrale.
Tutta la sera si accese dolcemente
come un'astrale sala di festa.
"Padre", io dissi al Cielo
"sei puntuale
Natale
_______
Antonio
Quante era bella casa mia
Pareva overamente ‘nu presebbio
Stefano e Maria, i genitori,
comme ‘o bue e l’asinello
scarfavano ‘o bambeniello
Nuje figli, comme a tanti pasturielle
Faceveme ognuno ll’arta soja
E quanne a sera era scuccata ll’ora
C’ammasunaveme sempre cu’ piacere
E’ nonni, comme ‘e Maggi del presebbio
Venevene e bussavene c’he piedi
A pruvirenzia nun mancava maje
E l’armunia sempre ve regnava.
Ed è pe’ cheste che ad ogni Natale
Vurrìa vedè ‘a ggente comme era allora
Cuntente, pulita e maje pezzente
pure si nun teneva niente.
Pecchè teneva pace e amore a sufficienza.
_______
Antonio
Quante era bella casa mia
Pareva overamente ‘nu presebbio
Stefano e Maria, i genitori,
comme ‘o bue e l’asinello
scarfavano ‘o bambeniello
Nuje figli, comme a tanti pasturielle
Faceveme ognuno ll’arta soja
E quanne a sera era scuccata ll’ora
C’ammasunaveme sempre cu’ piacere
E’ nonni, comme ‘e Maggi del presebbio
Venevene e bussavene c’he piedi
A pruvirenzia nun mancava maje
E l’armunia sempre ve regnava.
Ed è pe’ cheste che ad ogni Natale
Vurrìa vedè ‘a ggente comme era allora
Cuntente, pulita e maje pezzente
pure si nun teneva niente.
Pecchè teneva pace e amore a sufficienza.
Dallo spazio che non ha inizio né fine
__________________________
Patricia
Dallo spazio che non ha inizio né fine
Dalla luce abbagliante che non ferisce lo sguardo
Nel luogo dove la notte non esiste né la si teme
Dove il tempo non scorre ma resta
Dove il tepore riscalda anima e cuore ma non soffoca
Giungerà tra poco.
Nel freddo dell’inverno
Al solo tepore di alito animale e amor materno
nascerà un Dio Bambino.
Amore ci darà
e per l’Amore la sua vita.
Non sarà sempre facile ricordarselo
perché la memoria umana è come foglia in balia del vento.
Alcuni proveranno, altri no.
Ma nonostante questo,
che sia un Buon Natale per tutti.
Qui il blog dell'autrice
Una stella sulla strada di Betlemme
_____________________________________
Boris Pasternak
Era inverno
e soffiava il vento della steppa.
Freddo aveva il neonato nella grotta
sul pendio del colle.
L'alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici stavano nella grotta.
Sulla culla vagava un tiepido vapore.
Dalle rupi guardavano
assonnati i pastori
gli spazi della mezzanotte.
E li accanto, sconosciuta prima d'allora,
più modesta di un lucignolo
alla finestrella di un capanno,
tremava una stella
sulla strada di Betlemme.
25 dicembre
_________________________
Don Giovanni Maurilio Rayna
La neve è scesa sui pini,
e su le ultime rose del giardino.
Il vento porterà dal nord
un coro di campane,
e un lamento di flauti
sulla pianura silenziosa.
La vita ci spoglierà
a poco a poco
della nostra giovinezza,
della fede nella bontà,
della speranza negli uomini,
come il gelo di questa notte
ha irrigidito le dita dei pini
e sfogliato le ultime rose.
Fanciullo del cielo,
chiudi gli occhi degli uomini
sulla loro angoscia:
fa' che tornino fanciulli
in mezzo ai loro bimbi
per questa notte sola...
Aiuta questi uomini stanchi
a spogliarsi del loro soffrire.
I re magi
__________________
Gabriele D'Annunzio
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia!
O fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra s'ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso ed oro.
G. D'Annunzio
Er Natale de chi resta e de chi nun c'è più ........
_____________________________________________________________
Elisena
'n distinto giorno de 'n'anno forse
te sentirai più solo
e quer giorno
scarterai all’infinito 'n ricordo
ma io farò in modo che st’eternità
te duri 'n'attimo sortanto
er tempo de posà l’occhi
drentro a 'na vetrina
e de guardà er rosso de 'n trenino che gira
tra er bianco de 'na neve dipinta
e 'na stellina 'n po’ spenta
Te verrà da sorride
te rivedrai regazzino
capirai che de te
è 'nvecchiato solo er destino
sentirai 'na carezza sfioratte la faccia
e portasse via solitudine e tristezza
perché drentro a 'n ricordo
ce so mille momenti
'n’artalena de vita
de sorrisi e de pianti
E si è vero che 'n pensiero
è tutto quello che conta
m'avrai fatto 'n gran dono
in quer giorno speciale
m'avrai regalato pe 'n attimo
ancora 'n po' de Natale!
Elisena
Ed è già Natale
_____________________
© Nilodan Gi.Pi. / Dic. 2014
Intabarrato nel mio mantello
sotto un ciel dal cupo velo
nel mio slalom di camminata
vedo gente tutta indaffarata
alla ricerca di qualcosa di speciale
per la festa del prossimo Natale.
Senza un interesse particolare
sotto l’incessante nevischiare
di sfuggita adocchio qualche ornamento
di vetrine che adattate per questo evento
cercano di portare un po’ d’atmosfera
in questo Natale ancora
povero di “cera”.
Giungendo nella piazza centrale
davanti alla basilica prepositurale
avvolto in un magico ornamento
ancorato in un grande vaso di cemento
sotto le luminarie della piazza
svetta un pino di alta stazza.
Un folto gruppo di ragazzini
intabarrati nel caldo dei loro vestitini
attratti da quel pino illuminato
innestano un girotondo cantato
esplodendo in acuti vibranti
sotto gli occhi dei passanti.
Nel rintocco d’ore delle campane
salendo del sagrato le scalinate
entro nella chiesa semioscura
avvolto dal silenzio delle sue mura
dove anime assorte in preghiera
chiedono grazie a Colui che è senza frontiera.
Nell’oscurità della cripta laterale
tra luci di ceri ardenti e un aperto messale
un presepe con fabbriche e ciminiere
con uno sfondo di colore cenere
cerca di attirare una sua visuale
su questo tempo attuale.
Fuori la neve ha già fatto il suo lastrico
il traffico è sempre nel suo caotico
c’è chi se la prende con filosofia
e chi per la fretta si gonfia
ma domani che sia nato o no il “Salvatore”
sarà un sereno Natale per molte ore.
Sotto a un fatiscente androne
un barbone è seduto vicino ad un bidone
infagottato con la testa china
con una mano chiede l’elemosina
e con l’latra accarezza il suo cane
mentre sta addentando un po’ di pane.
C’è chi nel vederlo sottovoce borbotta
continuando per la sua rotta
chi intenerito le porge dei centesimi
che lui intasca in pochi attimi
e alzando a riconoscenza il suo barbuto viso
mostra uno sdentato sorriso.
Nel pensare che domani sarà già Natale
sento in me qualcosa d’irreale
il tempo che passerò in compagnia
di certo mi donerà un po’ d’allegria
ma per non far salire la malinconia
penserò che tu mi sia vicina.
So che verrai
________________________
Giba
So già che verrai e
scenderai dalla slitta
piano piano, trascinando
il tuo sacco di regali.
So che verrai a sederti
nella mia privatissima
stanza, sulla vecchia
poltrona, brontolando.
Ti verserò da bere e parleremo
fra vecchi; e chiederò
ragione della tua fatica
d'esser vecchio da sempre.
Tu mi dirai che è duro nascer ciechi,
ma che è più duro diventarlo,
per chi la gioventù conobbe
ed ora si disfà, come un bimbo lontano.
E se riuscissi, dal sogno alla realtà
a scambiare le parti ed a lasciarti,
seduto a questa tavola imbandita
di sogni che si sciupan, piano piano?
Eccomi sulla slitta, con le briglie
delle docili renne fra le mani,
con la certezza d'esser vecchio oggi,
con la certezza d'esserci domani.
L'Anno nuovo
________________________Gianni Rodari
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
Speranza
_________________
Gianni Rodari
S'io avessi una botteguccia
fatta d'una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa?
La speranza.
" Speranza a buon mercato!"
Per un soldo ne darei
ad un sol cliente
quanto basti per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza farla pagare.
fatta d'una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa?
La speranza.
" Speranza a buon mercato!"
Per un soldo ne darei
ad un sol cliente
quanto basti per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza farla pagare.
E poi…sarà Natale
________________________________
Liliana Batà
Andrò per boschi
a tagliare rametti stecchiti
degli alberi tramortiti
dalla crudeltà invernale;
le foglie accartocciate e morte
raccoglierò nei sentieri solitari
dove solo la natura ha,
come Te,
silenzi di vita contro
la morte dell’inverno.
*
Te ne farò una culla
ed un giaciglio
per accoglierti poveramente
come Tu vuoi.
*
Vagherò poi
tra le colline di Betlemme
e la ritroverò
quella tua piccola grotta
di tanto tempo fa,
sperando di rivederla tornare
ancora in groppa
all’umile asinello,
la Madre tua fanciulla.
*
E come novella pastorella
in un piccolo prato di muschio
mi porterò dietro
tutte le pecorelle e le caprette
che vorranno seguirmi :
non ci può essere il Natale
senza la loro calda/umile
affettuosa presenza.
*
In tanto vagare
risveglierò a gran voce
tutti i pastori addormentati
accanto ai fuochi ballerini
di quel bivacco prodigioso
e tenderò l’orecchio ad ascoltare
i cori degli angeli nunzianti.
*
Sul crinale spierò della collina
più lontana
le sagome dei tre cammelli
stanchi e dei re magi
guidati nella notte
dalla scìa luminescente
d’una Stella nuova.
*
Ed infine me ne starò prostrata
nell’attesa trattenendo il respiro,
tesa ad ascoltare il Tuo primo vagito :
stelle di neve balleranno nell’aria
ricamando sulla piccola grotta
merletti raffinati veneziani
e lacrime di ghiaccio
di passeri infreddoliti.
*
E poi…sarà Natale.
Qui è il blog dell'autrice
Un Natale diverso
________________________________
Alice Sturiale
Sono tre giorni
che rufolo nel mio cuore
sto cercando...
cerco il mio Natale di sempre,
il Natale felice
ed emozionante,
il Natale
della soddisfazione,
il Natale
che cerco e non trovo...
dove lo avrò messo?
L'ho infilato
in una busta
che quest'anno
non si apre
perché mancan
le forbici, manca
il mio spirito pronto
e ho voglia di urlare:
"Aspettate!
non è il momento,
non sono preparata!
Datemi ancora
un po' di tempo
perché non voglio
vedere la festa
che scappa veloce
sotto i miei occhi.
Datemi tempo,
basta una notte, questa notte..."
Un Natale per sempre
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Giba
Lascerò la pietra
del mio cuore incredulo
poggiata su un marciapiede
di periferia, e di notte
lavorerò vergognandomi,
di martello e scalpello,
perforando la scettica
durezza del mio essere.
Farò stradine stupide e
piazzette, laghetti con
frammenti di metallo,
cascatelle di acqua
riportata, ed userò del
muschio per far prati.
Sistemerò pastori e pecorelle,
lumini tremuli e mastelli
con lavandaie ginocchioni
a lavorar, chissà perché, di notte,
a freddo pieno.
No non mi negherò
le fiabe a cui non credo e forse,
sedendo sul selciato,
attenderò qualcuno che mi
doni un cartoccetto con
Gesù Bambino, un asinello e
un bue.
La grotta sarà pronta
e la Madonna già starà aspettando
con san Giuseppe l'ora,
quella stran'ora
nella quale gli uomini, in
attesa, poseranno i coltelli
per l'amore.
Poi verrà la cometa, il bimbo
e l'alba. Me ne andrò strascicando
i miei pensieri, lasciando quel
Presepe sul cemento,
sfiorato dalle macchine e
dal vento.......
La porta del Natale
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Klaus Hemmerle
Vorrei che ognuno di noi avesse quattro chiavi.
Una chiave per la porta che dà sul retro:
il Signore viene,
dove e come non lo sappiamo.
Viene in coloro
che non ardiscono accostarsi alla grande porta maestra.
Una chiave per la porta che dà verso l'interno:
il Signore ci è più intimo del più profondo dell'anima nostra.
Da lì egli entra nella casa della nostra vita.
Una chiave per la porta di comunicazione
che è stata murata, ricoperta con l'intonaco,
quella che dà su ciò che ci sta accanto:
in coloro che ci sono più prossimi,
che sono anche coloro che più ci sono estranei,
il Signore bussa alla nostra porta.
Una chiave per la porta principale, il portale:
su quella soglia Gesù, con Maria e Giuseppe
furono respinti.
Non esitiamo a lasciarlo decisamente
entrare nella nostra vita, nel nostro mondo!
Sapremo essere, oggi, la sua Betlemme?
__________________
Stefania Plona
... E l'angelo volò sotto le stelle,
e vide tre pastori in una corte,
presso il fuoco, ravvolti in una pelle.
L'angelo del Signore gridò forte:
- è nato!
I pastori si misero in cammino
coi montoni, le pecore, gli agnelli,
e per la prima volta Dio Bambino
apparve: a dei pastori poverelli.
Nella notte di Natale
_________________________________________
Umberto Saba
Io scrivo nella mia dolce stanzetta,
d'una candela al tenue chiarore,
ed una forza indomita d'amore
muove la stanca mano che si affretta.
Come debole e dolce il suon dell'ore!
Forse il bene invocato oggi m'aspetta.
Una serenità quasi perfetta
calma i battiti ardenti del mio cuore.
Notte fredda e stellata di Natale,
sai tu dirmi la fonte onde zampilla
Improvvisa la mia speranza buona?
E' forse il sogno di Gesù che brilla
nell'anima dolente ed immortale
del giovane che ama, che perdona?
Natale
_________________
Dora Forino
I giorni corrono soffiati dal ghibli
che ci porta lontano
a Betlemme
dove un bimbo piccino,
vestito di fasce di lino,
dorme cullato
da una dolce nenia
e…un bue e un asinello soffiano
sui suoi sogni
trapunti di stelle…
E una stella cometa
annuncia il grande evento
tra canti e pastori
agli uomini la lieta novella
è nato il sovrano bambino!
Alleluia! Alleluia!
La stella
______________
La stella non si è ingannata,
quando ha chiamato chi era più lontano,
perché si incamminasse verso il Dio a lui vicino.
La stella non si è ingannata,
indicando la via del deserto,
la più umile, la più dura.
La stella non si è ingannata,
fermandosi sopra le case di gente umile:
è nato là il grande futuro.
Il tuo cuore non si è ingannato,
mettendosi in cammino,
in cerca dell'ignoto.
Il tuo cuore non si è ingannato,
non cedendo
alla vana impazienza.
Il tuo cuore non si è ingannato,
inginocchiandosi
dinanzi al Bambino.
che ci porta lontano
a Betlemme
dove un bimbo piccino,
vestito di fasce di lino,
dorme cullato
da una dolce nenia
e…un bue e un asinello soffiano
sui suoi sogni
trapunti di stelle…
E una stella cometa
annuncia il grande evento
tra canti e pastori
agli uomini la lieta novella
è nato il sovrano bambino!
Alleluia! Alleluia!
La stella
______________
Klaus Hemmer
quando ha chiamato chi era più lontano,
perché si incamminasse verso il Dio a lui vicino.
La stella non si è ingannata,
indicando la via del deserto,
la più umile, la più dura.
La stella non si è ingannata,
fermandosi sopra le case di gente umile:
è nato là il grande futuro.
Il tuo cuore non si è ingannato,
mettendosi in cammino,
in cerca dell'ignoto.
Il tuo cuore non si è ingannato,
non cedendo
alla vana impazienza.
Il tuo cuore non si è ingannato,
inginocchiandosi
dinanzi al Bambino.
L’AVE
__________________
Diego Valeri
La campana ha suonato
e l'Angelo è venuto.
Lieve lieve ha sfiorato con l'ala di velluto
il povero paese;
v'ha sparso un tenue lume
di perla e di turchese
e un palpito di piume;
ha posato i dolci occhi
sulle più oscure soglie...
Poi, con gli ultimi tocchi
cullàti come foglie
dal vento della sera,
se n'è volato via:
a portar la preghiera
degli umili a Maria.
e l'Angelo è venuto.
Lieve lieve ha sfiorato con l'ala di velluto
il povero paese;
v'ha sparso un tenue lume
di perla e di turchese
e un palpito di piume;
ha posato i dolci occhi
sulle più oscure soglie...
Poi, con gli ultimi tocchi
cullàti come foglie
dal vento della sera,
se n'è volato via:
a portar la preghiera
degli umili a Maria.
Natale
___________
Zietta Liù
Che neve, che sera!
Ma a un tratto comparve una stella
ed ecco: sembrò primavera.
La siepe che dianzi era brulla
fiorì d'improvviso. S'udiva
leggero un pio ritmo di culla,
e un palpito d'ali d'argento,
un dolce tinnir di campane
portato giù a valle dal vento.
E vivo splendeva laggiù
nell'umile grotta, a Betlemme,
un fiore divino, Gesù.
Natale
_______________________
Fernando Pessoa
Nasce un Dio. Altri muoiono. Non ci è giunta
né ci ha lasciato la verità: muta l’Errore.
Abbiamo ora un’altra Eternità,
e ciò che è passato in fondo era migliore.
Cieca, la Scienza ara gleba vana.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non credere o cercare: tutto è occulto.
né ci ha lasciato la verità: muta l’Errore.
Abbiamo ora un’altra Eternità,
e ciò che è passato in fondo era migliore.
Cieca, la Scienza ara gleba vana.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non credere o cercare: tutto è occulto.
Ave Maria gratia plena
_________________________________________
Oscar Wilde
Questa la sua venuta? Io mi credeva
di trovarmi davanti a un luminoso prodigio, quale fu narrato un tempo dal grande Iddio
che in pioggia scese, e sbarre infranse, e sopra Danae cadde;
o pauroso, come quando Semele, ammalata d'amore e desiderio inappagato, chiese di vedere
il chiaro corpo dell'Iddio, e la fiamma
ghermì le bianche membra e la distrusse.
Con tali fantasie al santo luogo volsi il cammino, e gli occhi attoniti ora fisso e il cuore sopra
questo supremo mistero d'Amore: un'esangue
fanciulla inginocchiata, ignara di terrene passioni,
un angelo che tiene in mano un giglio,
e sopra entrambi le ali spiegate di una colomba.
Buon Natale Bambino che vieni
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Anonimo
Buon Natale Bambino che vieni
tra pellicce, zampogne e zamponi fa' che non ti sembriamo più buoni
che di ipocriti siamo già pieni.
Buon Natale Maria immacolata
che ti chini sulla mangiatoia, molta gente ti prega con gioia,
da una stanza, però, riscaldata.
Buon Natale a te Santo Patrigno
tra splendore e purezza seduto c'è chi dice: "Che meriti ha avuto"?
con invidia e con tono maligno.
Buon Natale anche al bue e all'asinello:
su Dio fiatan per dargli calore... che accoglienza per nostro Signore..
di una stalla...che c'è di più bello?
Buon Natale signori e signore
che venite ad accogliere il Santo, voi ridete....e coprite il suo pianto
che non trova più posto nel cuore.
A Gesù Bambino
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Umberto Saba
La notte è scesa
e brilla la cometache ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Accade Qualcosa da Oriente
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Gregorio Curto
"Perdindirindina, che smacco, che scorno!
Da due settimane mi guardo all'intorno; alzando anelante al cielo lo sguardo
sul grande terrazzo ogni notte mi attardo;
mi piaccion le stelle, ma ora che faccio?
poiché non si vedon con questo tempaccio...!
E io che speravo veder la cometa
che annuncia l'avvento del Grande Profeta...!"
Si rode di rabbia il buon Baldassarre
che fausti presagi dagli astri sa trarre,
finché per un vento possente improvviso
ritorna sereno il suo nobile viso.
Si popola il cielo di tante fiammelle:
son mille, un milione di fulgide stelle; tra queste più chiara, notata dal saggio,
l'attesa cometa lo invita ad un viaggio.
'La scienza degli astri di certo non mente:
qualcosa di grande accade in oriente!
Zibilio, t'affretta, prepara i cammelli
con viveri, doni e pesanti mantelli.
Avvisa il buon Gaspare, avvisa Melchiorre:
raduno alle tre proprio sotto la torre;
sul capo i turbanti, i libri alla mano
andiamo a cercare il Grande Sovrano."
Scavalcano monti, percorron deserti;
i vecchi sapienti si mostrano espertidi astri e di storia, di viaggi e di scienza
e associano audacia cultura e prudenza.
Ma al settimo giorno son stanchi e abbattuti,
fatica e sconforto li rendono muti;
la stella cometa, sparita dal cielo,
ricopre le menti di un torbido velo.
Poi guardan lontano. Si fregan le ciglia:
si staglia, torreggia di lì a poche miglia,
la bella città capitale del regno
che Erode governa ma senza ritegno.
E Gaspare rompe il silenzio glaciale:
"Andare fin là mi parrebbe non male. Chiediamo al Palazzo, astrologi miei,
dov'è che è nato il Re dei Giudei".
Arrivano a corte e raggiungono Erode
il quale però trama loro una frode;
lo rode l'invidia al pari di un tarlo:
non ama il Bambino, non vuole adorarlo!
Raduna gli scribi, consulta i suoi saggi:
"Sapete se qui, in città o nei paraggi,
è nato il Messia?"- "Di certo a Beltlemme";
rispondono i saggi marcando le emme.
Poi torna dai Magi: "Potete partire
(ma cerca il Messia per farlo morire!): andate a Betlemme e fate buon viaggio
cercate il Bambino e rendetegli omaggio".
Avuto da Erode del cibo e del vino
il trio dei sapienti riprende il cammino:
- Guardate, non è che si viaggi per niente...
risplende la stella già apparsa in oriente!
- Seguiamola lieti, raggianti di gioia,
scordiamo i disagi e bando alla noia!
- Di certo ci porta al Profeta, al Messia
non può che essere questa la nobile via!
I Magi s'affrettan, li guida la stella
che vedono nitida e sempre più bella. Arrivano infine ad una capanna:
tra loro e il Bambino c'è appena una spanna.
Si prostrano muti, sorpresi, stupiti,
raggianti nel volto e nel cuore contriti...
e aperti gli scrigni del loro tesoro
gli offrono incenso con mirra e con oro.
La storia dei Magi riguarda un Evento
che me - vedi bene - fa molto contento;
è un fatto passato che è ancora presente:
amici, Accade Qualcosa da Oriente!
L'angelo buono
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Rafael Alberti
Venne quello che amavo,
quello che invocavo.
Non quello che spazza cieli senza difese,
astri senza capanne,
lune senza patria,
nevi.
Nevi di quelle cadute da una mano,
un nome,
un sogno,
una fronte.
Non quello che alla sua chioma
legò la morte.
Quello che io amavo.
Senza graffiare i venti,
senza foglia ferire né smuovere cristalli.
Quello che alla sua chioma
legò il silenzio.
Senza farmi del male,
per scavarmi un argine di dolce luce nel petto
e rendermi l'anima navigabile.
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